Come aiutare una donna vittima di violenza


Quando ci capita di avere a che fare con una donna che è vittima di violenza ciò che si deve fare è sempre una scelta complicata. Purtroppo il meccanismo che caratterizza la violenza è un incastro alquanto evoluto e metamorfico che sfrutta a pieno i nostri istinti primordiali.

Questi sono i tasti che dobbiamo evitare

Pena, compassione, comprensione
Questi sono i primi tasti che vengono toccati e nessuno riesce a rimanere indifferente all'immagine di una donna che ha nel viso segni di violenza, che crolla disperata piangendo davanti a noi o che ci chiede aiuto. L'enorme difficoltà che questa strategia crea ci deve dare l'idea di quale tipo de squisita strategia ci troviamo davanti.

Rabbia, colera, voglia di giustizia
Questi sono gli altri. Chiunque sente il racconto di una donna che viene maltrattata ha il desiderio di intervenire e fare giustizia. Siamo stati educati per questo. Purtroppo è necessario capire che se ci lasciamo trasportare dalla rabbia non aiuteremo proprio nessuno e di certo riusciremo solo a metterci nei guai.
Non sono una persona che propone combattere la violenza come diceva Gesù, quello che propongo e soltanto di aiutare le persone senza lasciare che ci prendono in giro.

L'arte di fingere
Per quale motivo è così difficile capire che invece di essere parte della realtà si tratta soltanto di una strategia quando i segni di violenza sono reali e la violenza esplode veramente?
Per il semplice motivo che il tutto è reale. La sofferenza è reale, la violenza è reale, l'unica cosa non reale è che a dirigere tutta quella orchestra si ritrova la donna. Quando si parla del potere della vittima si parla proprio di questo. La donna ha il potere di mandare in galera il marito in qualsiasi momento. Lui dentro questa situazione vive nel panico assoluto e per questo continua ad utilizzare la violenza perché altrimenti impazzirebbe.

In che modo comportarsi
Utilizzando la stessa strategia che utilizza la violenza. Si tratta di strategie di combattimento o di guerra. Far credere alla persona che stiamo facendo una cosa quando in realtà stiamo facendo un altra.
La violenza non potrebbe sopravvivere senza i cicli, altrimenti finirebbe perché le persone muoiono. La sopravvivenza è parte delle caratteristiche.
Per combatterla dobbiamo scendere nel campo di battaglia dove la violenza vive e in quei campi di battaglia e con le sue stesse strategie dobbiamo colpirla. Dobbiamo combattere utilizzando la stessa strategia che lei utilizza, dobbiamo farlo intervenendo nei cicli.

La fase "Luna di miele"
Questa è la fase nella quale possiamo intervenire per disarticolare il meccanismo con una strategia che serve a riequilibrare la donna, eliminare la cellulite, la pancia e la ritenzione idrica. Attraverso la stimolazione del Punto G, la respirazione Burning e il passo elegante elimineremo l'energia che la violenza utilizza per creare aggressività. Con la stimolazione del Punto G azzeriamo la capacità di generare colera perché si rimette in circolo l'energia sessuale della donna.
Con la respirazione Burning si crea nuova energia che va immediatamente utilizzata per gli organi interni, la circolazione ed il metabolismo.
Con il passo elegante finiamo per trasformare il corpo della donna in quello di una ballerina di danza classica. Unico particolare il seno, che si rassoda e ingrandisce.

Il piacere e la tranquillità che questi cambiamenti generano distruggono la struttura della violenza e la coppia comincia ad affrontare i problemi senza l'energia necessaria per la violenza e di conseguenza utilizzando la capacità di ragionare.

Cominciare dall'uomo
Dal mio punto di vista il modo migliore di aiutare una coppia che vive dentro la violenza è quello di far vedere questa strategia all'uomo. Che tra l'altro non potrà che essere d'accordo con il fatto di metterla subito alla prova.

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