La donna che sceglie il pugile

Quando una donna ha avuto un padre debole, ha vissuto le conseguenze di aver avuto quel padre. Di conseguenza quello che a lei ha fatto paura è stato lo scontro nella società al di fuori della sua famiglia.
Lei conosce la paura del muoversi dentro la società sapendo che a le spalle ha un padre debole e per quel motivo si sente attratta da un uomo che fa karaté, pugilato, o che per lavoro ha il porto d’armi.

La donna che sceglie l’uomo debole
Una donna che ha avuto dentro casa un dittatore come padre. Un uomo che ha esercitato potere fisico o economico dentro la sua famiglia ha conosciuto ciò che significa la paura dentro casa.
E’ normale che quando sceglie un uomo sta molto attenta a non scegliere un altro dittatore dentro casa, perché lei non ha conosciuto la paura di andare in giro con quel tipo di padre ma la sensazione che teme è quella di vivere nel panico dentro casa.

Giocare con la dinamite
Le associazioni che si occupano della violenza sulle donne dicono che il ciclo della violenza inizia con l’accumulo di tensione, poi arriva la discussione dove le donne nel battibeccare riescono a ferire e a insultare con più efficacia l’uomo che “non è tanto bravo a difendersi, perché meno agile verbalmente nella discussione”.
Poi andando avanti con la discussione lui utilizza la violenza perché ha paura di perdere il controllo sulla donna.
Quando vedo che le psicologhe utilizzano questa dinamica infantile per descrivere gli eventi mi viene da sorridere. Spiegano in modo ridicolo qualcosa che non spiega e non descrive la realtà, che non giustifica e che non ha senso, ma che comunque loro ritengono vero.

Dentro un rapporto di violenza l’uomo non ha mai il controllo sulla donna. Mai. Non ha né il controllo sulla donna né il controllo su sé stesso e lo dimostra il fatto che i cicli della violenza seguono sempre fasi o stadi femminili (il marchese).
Un uomo è una persona che è direttamente collegata con i cicli solari, questo significa “Annuali”. Ragiona in un modo durante l’inverno, cambia leggermente durante le altre stagioni. Un uomo difficilmente ha sbalzi di umore 2 o 3 volte al mese. Il ciclo della violenza segue i cicli della mestruazione. La violenza scatta sempre prima del ciclo, per questo motivo qui è evidente che il ciclo è femminile.

Durante una discussione dentro una coppia la donna non ha alcun limite. Tutto quello che fa, tutti gli insulti i disprezzi e le provocazioni verso l’uomo sono permesse. La donna non rischia nulla, può fare qualsiasi cosa e nessuno al mondo può accusare quella donna di un comportamento sbagliato. Tutto è lecito, anche insultare la madre o i figli dell’uomo. Anche gli schiaffi o lanciare oggetti verso l’uomo sono cose lecite e nessuno può fare loro una colpa. Quando un uomo alza una mano per dare uno schiaffo a quella donna è già considerato violenza sulle donne e quell’uomo per quello schiaffo può essere accusato e anche rinchiuso. Per questo motivo quando la donna litiga contro il suo uomo perde completamente il controllo riguardo quello che fa o quello che dice, perché si ritrova dentro un mondo dove l’unico che rischia è lui. Lei rischia le botte ma lui rischia di perdere tutto quello che ha o di finire in galera.

L’uomo è l’aggressività

L’uomo è un essere aggressivo, lo è per natura. Un uomo è un essere concepito per il combattimento. Il suo corpo è predisposto per la lotta. L’aggressività è parte del suo carattere e quando viene provocato tutto il suo corpo si prepara per il combattimento. Per quel motivo lì fa tanta difficoltà durante le discussioni per mantenere la calma o per non utilizzare la violenza. Mentre la donna dà libero sfogo a tutto quello che riesce a dire per ferirlo e aggredirlo lui sta combattendo una battaglia interna per non prenderla a pugni.
La psicologia non si sofferma a spiegare il perché di questo comportamento perché lo interpreta come una dimostrazione di superiorità da parte della donna che l’uomo non riesce a sopportare e quindi il problema da risolvere sono le botte e non l’inizio della violenza.

Quando il problema diventa affare
In questo modo che è lo stesso dell’intervenire sull’incendio invece dell’intervenire sulla prevenzione è dove si verifica la continuità del guadagno. Se il metodo per eliminare la violenza la estingue, il lavoro che deve fare l’assistente sociale finisce, e prima o poi finiscono i soldi (che arrivino dallo stato o dai diretti interessati cambia poco) in una società dove la violenza sulle donne scompare tantissima gente rimane senza lavoro.
Quindi qual è il miglior modo di operare? Lasciare che la violenza esploda per intervenire poi. Il bello di questo affare è che la persona che innesca la violenza trova molo utile il lavoro di questi professionisti che aiutano la donna perché non mettono a rischio i benefici che la donna ottiene dentro il rapporto di violenza.
Quando una persona propone un modo di risolvere le cose che mette a rischio i benefici della donna lei cambia strada immediatamente ed il suo comportamento viene giustificato dicendo “poverina, si comporta in questo modo perché è succube di quell’animale”.

In questo gioco cascano tutti e tutte e soprattutto le donne che guardano dall’esterno sono completamente incapaci di capire la meccanica. La consapevolezza di essere donne implica vedere l’uomo come un animale e davanti ad un atto di violenza sulla donna l’unico atteggiamento possibile è quello di dire “l’ha fatto perché è un uomo”.

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